Conseguenze del blocco del traffico sulla lettura

 

 

 

 

 

 

 

 

Mi dico che il blocco delle auto, le giornate a piedi son fatte per incentivare la lettura. Almeno nelle città come Frosinone dove non ci sono molte possibilità. Nessun evento concerto incontro organizzato giacché tanto se c’è il blocco delle auto la gente non ci andrebbe, come ci arriverebbe infatti in questi luoghi senza neanche i mezzi pubblici potenziati che se ne aspetti uno rischi di attendere mezzora e allora quella mezzora l’unica cosa che puoi fare è leggere, ma tra leggere per la via e leggere a casa seduto in poltrona, meglio la poltrona. Ed ecco che “leggere” assume una connotazione negativa. Leggi per pigrizia, leggi perché non c’è niente di meglio da fare, perché magari quando c’è il blocco del traffico non ti funziona manco l’adsl, cade la connessione e il digitale terrestre fa le bizze e ieri hai dimenticato di fare la spesa e hai poco da mangiare e mentre ti aggiri per casa, vestito di tutto punto perché è domenica, ti viene in mente che infilato sotto il cuscino della poltrona hai quel libro iniziato giusto due settimane fa. Il giorno del precedente blocco. Quando poi al blocco delle auto sommi l’introduzione dell’ora legale, ecco che salta tutto. È l’una ma sono le due e magari se riprendi in mano il libro che eri arrivato a pagina 63 ti ritrovi a pagina 73 senza possibilità di tornare indietro con anche il protagonista che magari non sa bene che fare perché è domenica anche da lui e non può uscire e han messo l’ora legale e sì, è primavera, voleva andare al mare, aveva puntato la sveglia alle otto, ma dell’ora legale s’era dimenticato e sono ormai le nove e il blocco inizia proprio alle nove e chiama gli amici, ma gli amici son tutti a leggere e lui esce a piedi cammina la città e gli pare di essere l’unico sopravvissuto dopo un disastro nucleare o non meglio specificato, una dissipazione del genere umano come nel libro di Morselli.

Io per esempio ho qui l’ultimo di Aldo Nove, la vita oscena, e Perturbamento di Thomas Bernhard, titoli che contribuiscono a rasserenare l’animo, eppure trovo la forza di non leggere, per un giorno leggere appena e uscire, fare due passi, tanto per sentirmi meno solo, dell’isolato, con la conseguenza di ritrovarmi appunto isolato, visto di mal occhio dai miei vicini quando, alzando lo sguardo dalle loro poltrone in cui sono sprofondati a leggere, mi vedono passare, solo senza un libro da leggere, un libro da portare a spasso per compagnia. Io che una volta di notte stavo a piedi e la polizia mi ha fermato e mi ha perquisito pensando fossi un corriere della droga che fa la spola tra Frosinone alto e Frosinone basso e nella borsa che porto a tracolla ha trovato solo libri e un’agendina e un pacchetto di sigarette e una matita di quelle dell’ikea e nonostante questo mi hanno interrogato, dove andavo e cosa facevo e di dov’ero, di Frosinone alto o di Frosinone basso, e io ho risposto a tutto, ero preparato, ed ero lontano da casa almeno due chilometri e quando si sono ritenuti soddisfatti, m’hanno sì ridato i libri ma mica mi hanno chiesto se volevo un passaggio benché io avessi pensato di chiederglielo, per una volta salire su una macchina della polizia per sentirmi un delinquente. Ma uno che cammina per strada di notte quando non c’è il blocco del traffico e magari legge anche o porta con sé materiale ad uso di lettura non è un delinquente, tutt’al più un emarginato socialmente disturbato. Ora però esco, benché sia tutto chiuso, anche i bar, tutto chiuso, anche i parchi pubblici, chiusi, e la villa comunale, chiusa, e le panchine, incatenate, e i marciapiedi, ingombri di auto parcheggiate, giacché le auto da qualche parte devono pur stare e se non possono circolare sulle strade, stanno ferme sui marciapiedi, nessun blocco le può smaterializzare, piuttosto, e lo so, quando alle 18 il blocco terminerà, a smaterializzarsi saranno i libri e tutto si normalizzerà: la circolazione ritornerà normale e io riprenderò, pacificato,  a leggere.

Gianluca Minotti

Una risposta a “Conseguenze del blocco del traffico sulla lettura”

  1. Però se il blocco del traffico fa comporre pezzi di questo genere, io lo proporrei un giorno sì e uno no. E di sicuro anche i librai mi appoggerebbero, che nel giorno in cui si circola venderebbero chili di libri per quello appresso di riposo; e anche i generi alimentari, ché uno comprerebbe anche quello che non serve, perché non si mai: se il giorno dopo che non si può uscire, ti prendesse voglia di mangiare proprio quella roba lì che di solito non mangi mai?
    Sarebbe un ottimo stratagemma per uscire dalla crisi. Ci ritroveremo poi tutti ricchi, obesi e colti. O forse invece no, ma almeno potremmo leggere brani come questo.

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