Un unicorno ti trafiggerà, di Giorgio Pirazzini

Giorgio Pirazzini

Un unicorno ti trafiggerà

Freaks Edizioni

pp. 120

€ 10

 

 

 

 

 

 

Lorenzo è un giornalista, e come tutti i giornalisti ne avrà viste e sentite di cotte e di crude. Ma mai come questa volta. È diretto a Roma per un servizio e durante il viaggio fa una sosta in un paesino toscano per passare la notte. Un paesino apparentemente tranquillo, ché i paesini toscani son noti proprio per essere tranquilli. Ma può essere tranquillo un paesino a ridosso di un bosco dove si aggira una lupa, un folletto irlandese che beve latte sognando la Guinness, un vampiro che succhia soltanto grappoli d’uva, un supereroe in calzamaglia e mantello pronto a combattere contro la maleducazione e un enorme cigno bianco? E in più – udite udite – dove sotto lo stesso tetto convivono, pur non conoscendosi tra loro perché nessuno li ha mai presentati l’un l’altro, cinque inglesi così ripartiti: due coppie gay e una donna? Lorenzo affitta una camera nella Villa T. gestita da Rosamariadelfina, Gioialauralucia e Silviaincantatabeatrice: nove nomi per tre donne il cui gatto si chiama Iago. Incuriosito da tante stranezze, Lorenzo vuole saperne di più per scrivere un pezzo o forse un romanzo, ma qualcuno giustamente gli farà notare che: «Oh, no, un romanzo no. Poi penserebbero che è inventato. Scriva articoli». Poi il pomeriggio successivo al suo arrivo, camminando nel bosco, Lorenzo trova un uomo impiccato a un albero e allora la piccola comunità, che fino a quel giorno aveva comunque tollerato la presenza delle strane creature, decide di dar loro la caccia.

Lorenzo, mi verrebbe da dire, è un nome proprio di personaggio che ritorna spesso. E questo mi piace. Mi piace l’incanto e il disincanto, mi piace la linea di demarcazione presente in questo romanzo di Giorgio Pirazzini che separa il villaggio dal Bosco delle Felci, e ancor prima, il villaggio dal resto dell’Italia. Come in certi film dove i protagonisti, varcato un confine, un cartello, una soglia, entrano in un mondo dove tutto ciò che valeva prima non vale più e le certezze vacillano e le ombre si allungano e il tempo scorre diversamente. Tutto quello che sei stato conta poco e devi ricominciare daccapo. A fronteggiare le tue paure ancestrali, a chiederti se le hai davvero elaborate. Perché quando sei grande impari che i folletti, i mostri, i vampiri non esistono e che tutto ciò a cui hai creduto da piccolo non è vero. Però, a ben rifletterci, quelle stesse paure, proprio perché sono proiezioni dell’animo umano e personificazioni dei sentimenti primitivi, fino a qualche tempo fa sono state determinanti per la costruzione delle nostre singole identità e quindi della collettività. Oggi, invece, in questa corsa al tempo a diventare grandi senza passare per il “Via” (ricordate il Monopoli?), stiamo contaminando, geneticamente modificando, ammansendo, edulcorando, spuntando quei mostri e vampiri e creature della notte, al punto da ferirli nell’orgoglio. Non fanno più paura a nessuno e così se ne stanno rintanati da qualche parte, umiliati, a chiedersi perché e come mai e dove hanno fallito e che ne sarà di loro.

E ora, dopo essermi divertito a leggere questo libro, scendo in cantina, al buio, a fare due chiacchiere con l’uomo nero, il quale non è, come in molti sono oggi portati a credere, un extracomunitario senza permesso di soggiorno.

Gianluca Minotti

QUI la pagina di Freaks Edizioni dedicata al libro.

Giorgio Pirazzini è nato il 28 ottobre 1977, alla stessa ora in cui a Londra usciva Never Mind the Bollocks. Ha studiato e lavorato in comunicazione tra l’Italia, Lisbona e Londra. Dal 2007 vive  felice – a Parigi. La Parigi di inizio secolo ha sempre un certo fascino.

Una risposta a “Un unicorno ti trafiggerà, di Giorgio Pirazzini”

  1. “Lorenzo, mi verrebbe da dire, è un nome proprio di personaggio che ritorna spesso. E questo mi piace.” 🙂

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