L’esordio di Manuela Giacchetta

 

 

 

 

 

LE INTERVISTE DI LITERAID


MANUELA GIACCHETTA: LEGGERE, SCRIVERE E FARE DI CONTO (CON LA VITA)

 

 

 

Il blog Literaid ha aperto i battenti da poco: siamo degli esordienti, insomma, e per inaugurare la sezione interviste iniziamo con un’esordiente, Manuela Giacchetta, il cui libro è alle stampe proprio in questi giorni.

Ciao Manuela, benvenuta a Literaid! La tua trepidazione è anche la nostra: quando uscirà il libro, titolo ed editore.

Il libro s’intitola “Bowling e margherite”. Sarà edito da Las Vegas Edizioni e uscirà tra la fine di gennaio e i primi di febbraio.

Dunque ci siamo davvero: E il tuo stato d’animo?

Sono in un perenne stato di felicità ansiosa. Felice per il fatto di esordire, e in ansia per l’effetto che avrà, su di me, questo fatto nuovo di essere letta da un pubblico. Non per le critiche, che certo ci saranno, quanto per il concetto di essere “esposta”.

Già, esordire significa anche oltrepassare un confine dopo il quale non ci si può più nascondere. Ci dai qualche anticipazione sul romanzo?

Il protagonista è Lorenzo, un ragazzo di 28 anni che sta attraversando una fase piuttosto apatica della sua esistenza: non ha ancora metabolizzato i compromessi con cui si scende a patti nella vita, odia il suo lavoro e, per di più, è stato appena lasciato dalla sua ragazza di cui è ancora innamorato. Invece di affrontare la situazione, Lorenzo si rifugia nella pigrizia, soprattutto mentale –  tanto che sono anni che si trascina la lettura dell’Ulisse di Joyce –  e si limita a subire la realtà attorno a lui armato di sarcasmo e pessimismo. Tutto però inizia a cambiare quando scopre di avere un’ammiratrice segreta. La curiosità per l’inaspettato e il suo amico Cionco, lo guideranno verso la consapevolezza che è il momento di agire.

Mentre raccontavi la trama mi è venuto in mente che anche io mi trascino da anni L’Ulisse di Joyce. Però, al contrario di Lorenzo, non credo di poter avere ammiratrici segrete, e d’accordo che essendo segrete…. Seriamente: sarà un luogo comune, ma com’è stato declinare la scrittura al maschile?

Ti racconto questo aneddoto curioso: quando Andrea Malabaila (il mio editore) ha letto il romanzo, credeva che il nome “Manuela Giacchetta” fosse uno pseudonimo che nascondesse l’identità di un uomo. Mi ha fatto sorridere molto questa cosa. A me viene naturale impostare una storia con un protagonista maschile.  Anche se sì, certo, alcune volte non è semplice ragionare “al maschile”.

Literaid si occupa specificatamente di esordienti: la nostra missione è quella di cercare uno sbocco editoriale a chi scrive buone storie. Tu come sei arrivata all’editore, che strada hai percorso?

Ho fatto tutto da sola. Dato che ritengo che l’invio a tappeto sia soltanto uno spreco di risorse e di energie, ho selezionato alcune case editrici la cui linea editoriale corrispondeva al genere del mio romanzo. E che, ci tengo a dirlo, fossero contrarie all’editoria a pagamento. Mi sembra  corretto, comunque, citare i due siti cui mi sono affidata in questa mia ricerca, cioè il Writer’s Dream e Galassia Arte di Andrea Mucciolo. Ho poi inoltrato il testo con la mia lettera di presentazione e ho messo l’umore in fase di stand-by. Dopo appena un mese, la Las Vegas Edizioni mi ha contattata.

Quindi tu sei la riprova che a volte a qualcuno accade: accade di mandare il proprio manoscritto a una casa editrice e, pur non conoscendo nessuno, non soltanto ottenere una risposta in tempi brevi – hai parlato di un mese – ma una risposta più che buona!

Direi proprio di sì. Credo che la mia esperienza infonda un bel po’ di fiducia a chi sta cercando un editore per il proprio lavoro.

Non so se scrivi da sempre, e a quanto tempo fa risale “Bowling e margherite”, e comunque, la pubblicazione cambierà anche soltanto il tuo approccio alla scrittura?

Non ho ricordi di una “me” che non scriva. Quindi, credo di scrivere davvero da molto tempo. “Bowling e margherite” è una storia che risale a una decina d’anni fa. Era una prima stesura che avevo abbandonato. Nel rileggerlo, con il distacco che solo dieci anni di vita ti danno, ho riscontrato un testo divertente che forse valeva la pena portare avanti. E pubblicare, sì, ha già cambiato il mio approccio alla scrittura. Credo sia normale. La pubblicazione ti dà una energia tutta nuova. Quando scrivi, spesso te lo chiedi se il tuo lavoro valga, se merita di avere dei lettori. E se una piccola casa editrice come la Las Vegas, che pubblica rischiando di proprio, ha deciso di investire nel mio romanzo, allora questo, mi dico, vorrà pur dire qualcosa. Quindi sì, l’approccio è già cambiato, perché ora investo ogni mia energia per difendere il mio spazio quotidiano dedicato alla scrittura.

Qual è il tuo sguardo sul mondo, da che angolazione ti poni, a quali storie sei maggiormente interessata?

Sono una persona cui piace molto stare per conto proprio. Ma dato che vivo nel mondo, il mondo poi lo guardo dal di dentro. E non lo osservo in funzione di quello che potrei scriverne. Mi limito a viverlo, che è già faticoso di suo. Le storie più belle, sono sempre quelle che la gente non ti racconta. Sono quelle nascoste nelle piccole ossessioni e nelle follie.  Ecco, quelle sono le storie che mi appassionano di più.

Chiacchierando, mi hai accennato prima a come sia per te  fondamentale, quando trovi una buona storia, lasciare un certo margine all’improvvisazione. Cosa intendi esattamente?

Intendo dire che i personaggi, appena nati, non sanno ancora bene chi sono. Io stessa non ne ho idea. Non conosco i loro gusti, le loro manie, i loro ricordi. Li lascio vivere, parlare tra loro, scrivo pagine di testo che poi verranno cancellate, che non sono funzionali alla storia, ma che mi permettono soltanto di conoscerli. Di fatto, fanno tutto loro, io devo solo stare a guardare. Poi è incredibile come, a volte, un personaggio si mette in testa di fare una cosa e, anche se io ho tutta l’intenzione di spostare la storia altrove, lui alla fine fa quello che vuole. Io non ho polso con i miei personaggi. In questo dovrò migliorare.

Anche chi scrive, e forse a maggior ragione perché scrive, è prima di tutto un lettore. Si dice che il lettore felice è colui che, guidato da una sorta di sesto senso, (Elias Canetti parlava di “coercizione”) legge i libri giusti al momento giusto, come fossero scritti appositamente per lui, ricavandone una sorta di rivelazione. Un mettersi reciprocamente in ascolto. Capita qualcosa di analogo anche a te? E quali sono le tue letture preferite?

Capita anche a me, sì, con Marguerite Duras. Ogni volta che la leggo è come se lei leggesse me. È una sensazione strana. Adoro, inoltre, il ritmo della frase di Alessandro Baricco. E la “pienezza emotiva” di Tondelli. Mi sono divertita con i libri di Nick Hornby. Mi sono emozionata con La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo di Audrey Niffenegger. Mi sono stupita con Il paese delle ultime cose di Paul Auster. Mi sono persa nel deserto australiano con Robin Davidson nel suo Orme.

Confessa: non vedi l’ora di pubblicare per entrare nel giro degli aperitivi letterari, giusto? Ma sei pronta, hai letto – che ne so – tutto Michail Bachtin?, guarda che te lo chiedono…

Premetto che non ho una gran passione per la figura dello scrittore che si vanta di frequentare certi circoli, che ascolta solo musica inascoltabile e che vede solo film partoriti dalla mente malata di registi dai nomi impronunciabili. Insomma: parlo dello scrittore che si propone alternativo a tutti i costi. Ecco, a quello stereotipo e al suo mondo esclusivo, io non sono interessata. E poi tanto, io Michail Bachtin non l’ho letto. Quindi, vedi? non ho la minima speranza.

A parte Bachtin e gli aperitivi, l’importante è avere l’entusiasmo per scrivere e per vivere. Perché, a parte scrivere, vivere non è mica da buttare via! Ascolta, leggerai la recensione che ti faremo qui su Literaid?

Sono già curiosa. Anche perché ci sono buone possibilità che siate i primi. E, per un’esordiente, l’emozione di leggere la prima recensione credo possa essere equiparata soltanto a quella di rilasciare la prima intervista. Sì, sì, la leggerò! Sono curiosa, eccome!

Be’, altrettanto noi di leggerti! Ciao Manuela, e grazie.

Ciao, a presto!

Gianluca Minotti

Acquistalo QUI


21 Risposte a “L’esordio di Manuela Giacchetta”

  1. …conosco Manuela in altro contesto lavorativo, ma sono convinto che la sua passione trasuderà da ogni pagina del suo libro – che ovviamente vorrò acquistare e leggere – ….sono convinto che saprà regalarci emozioni e coinvolgerci con curiosità ed interesse in questa sua prima fatica d’esordio…le auguro con energico entusiasmo tutte le soddisfazioni che merita.
    Vinny Broussard

  2. Io mi auguro veramente che questo libro abbia l’attenzione che merita. E noi faremo di tutto per darti una mano 😉
    Grazie dell’opportunità e un bacio 😉

  3. conosco Manu(va beh,per me è Manu,non Manuela)e collaboro con lei per la sua altra passione,i libri per l’infanzia.E so già che appena prenderò in mano il suo libro non potrò fare a meno di leggerlo tutto di un fiato,quindi…………….CI VOGLIAMO SBRIGARE CON QUESTA PUBBLICAZIONE?Voglio entrare in libreria e sentirmi dire dal libraio”mi spiace ma lo abbiamo finito,vuole che gliene ordini una copia?

    1. Ciao Francesca,
      sai, non ho ben capito se la tua domanda sia rivolta a me ma, dato che sono qui, intanto ti rispondo.
      Io e Gianluca Minotti ci siamo sentiti telefonicamente, per poi definire gli ultimi dettagli a mezzo posta elettronica.
      …. i tempi moderni!
      Grazie per il tuo commento.
      Manuela

  4. C’è poco da vantarsi di non conoscere Bachtin, c’è poco da vantarsi di non conoscere gli strumenti del proprio mestiere, se tale lo si vuole intendere. Viene da chiedersi se lei abbia mai letto D’Arrigo, Pizzuto, Sanguineti, Campo, Malaparte e gli altri giganti del nostro novecento, per citarne alcuni. Altrimenti sarebbe già il caso di riprendere il telecomando e non alzarsi dal divano, che non è tempo ben speso.
    Ad ogni modo, auguri, e studi che non fa mai male.

    1. caro Federico, non si può pretendere che un’esordiente debba conoscere d’arrigo, sanguineti, o addirittura pizzuto, che è senz’altro un gigante del novecento però penso siamo davvero in pochi ad averlo letto e dopo averlo letto, ad averci capito qualcosa!!! (io non sono tra questi ultimi, anche se ho letto alcuni suoi romanzi). Si può continuare a vivere e scrivere anche senza conoscerlo ed in ogni caso bisogna farne tanta di strada prima di arrivare a Pizzuto!
      Bachtin (o anche Genette) in effetti può essere quasi indispensabile, se vuoi ti racconto la mia esperienza, cioè, fin quando non l’avevo letto riuscivo a scrivere spontaneamente, dopo averlo studiato ho cominciato a capire che più lo leggevo e più lo studiavo più mi rendevo conto di essere ignorante o comunque di sapere poco dell’argomento, e questo è stato senz’altro uno stimolo per continuare ad approfondire la letteratura e la scrittura.
      Intanto in bocca al lupo a Manuela.
      Antonio

    2. Buongiorno Federico,
      mi dispiace se ha colto tanta arroganza nella mia risposta che, mi creda, voleva soltanto essere una battuta.
      Non mi permetterei, mai, di vantarmi di non aver letto un qualsivoglia autore.
      La risposta voleva soltanto essere un prendere le distanze da certi atteggiamenti, non certo dalla Cultura!
      Comunque grazie per il suo augurio e non mancherò di studiare.
      Manuela Giacchetta

  5. Bellissima intervista, bellissima persona (ci conosciamo dalle superiori…) e sicuramente..bellissimo romanzo!
    In bocca al lupo Manuela!
    Non vedo l’ora di leggerti!

  6. Vorrei ringraziare, tantissimo, Vinny per il suo post appassionato, Carlotta per la sua dolcezza, grazie all’entusiasmo di Francesca e all'”in bocca al lupo” paterno di Antonio. E poi, Mara, non hai idea di che sorpresa!
    Grazia per il vostro affetto.
    Manuela

  7. Anche io vorrei ringraziare tutti, specialmente Manuela per il suo entusiasmo e la sua disponibilità. Sentirci anche soltanto telefonicamente non ci ha impedito di trovarci in sintonia e di scambiarci energia. Positiva.

    A Federico e a tutti dico: vorrei in questo spazio passasse, come dice Sandro Onofri, il furore della curiosità, del mettersi in ascolto, perché la Letteratura, anche quella più alta, non è altro che questo. Un reciproco e condiviso mettersi in ascolto. E anzi, la Letteratura raggiunge il suo culmine proprio quando chi scrive riesce meglio degli altri ad aprirci al mistero che siamo. Non ci dà verità o soluzioni, e se partisse da questo presupposto, di sapere tutto di noi, di essere meglio di noi, e ci guardasse tutti dall’alto in basso, be’, non avrebbe il successo che ha!
    Gianluca

  8. A me la letteratura nemmeno interessa. Mi interessa la scrittura e la sua capacità d’eccedere, la sua onnipotenza. Qualità che male si sposano con letture d’occasione o giovanili. La gioventù è il vero male del novecento. Meglio cercare pagine dense di ricchezza dello spettro linguistico, dei registri, complessità di orizzonti, profondità dei riferimenti culturali, modelli, e insanabile non rassicurante violenza al presente.
    Almeno secondo a me che non mi piacciono le cose da ggiovani come bbaricco e daria bbignardi.

  9. Caro Federico,
    bisogna intendersi su cosa siano le cose da giovani. Faccio due esempi: Giuseppe Pontiggia pubblicò “La morte in banca” quando aveva 25 anni; a 23 anni Sanguineti già produceva. Erano dei giovani, insomma.

    L’insieme delle scritture costituisce, spesso, letteratura.

    Conosco giovani che leggono Berto, Delfini o Celati.

    Gianluca

  10. le cose da ggiovani come BAricco o Bignardi, ho scritto. Non Laborintus, infatti. Ci sono ggiovani che vogliono superarsi e altri che sanno di poterlo fare.

  11. non vedo l’ora di leggere il tuo libro…..leggendo brevemente la trama dovrebbe piacermi proprio anche se i miei generi letterari li puoi immaginare tranquillamente.
    tanti auguri esordiente!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  12. Grazie Lindina!
    Eh sì, se lo leggerai dovrai considerarlo una vacanza dal tuo genere. Però, dato che sei abituata a tomi da 500 pagine, assomiglierà più a una gita fuori porta. Spero solo piacevole. 🙂
    Un bacio.
    Manuela

  13. brava!!!
    già a tuo agio con i giornalisti…..chissà se ti ricorderai di noi quando vincerai il premio Strega!!!!!!!!!!!!!!!! ahahah

    1. Armando,
      grazie per il tuo commento!
      Comunque, in realtà, sto puntando al Nobel per la Letteratura 🙂
      Un caro saluto.
      Manuela

I commenti sono chiusi.