Le Parole del 2011

Le parole del 2011

ovvero

dimmi la tua parola per raccontarmi

un intero anno

Su “La Stampa” di oggi, 31 dicembre 2011, ultimo giorno dell’anno, Gianluca Nicoletti ci fa compiere un viaggio attraverso le parole. Non parole a caso, ma quelle che più si sono “distinte” nell’arco del 2011, sbaragliando insomma sulle altre. “Sintetizzare un anno attraverso le sue parole chiave”, questo l’intento, l’obiettivo, il gioco. Gioco divertente eppure amaro. Perché, indovinate un po’ quali sono le parole che abbiamo imparato a conoscere, dire e scrivere?

Crisi

Spread

Sobrietà

Lacrime e sangue

Monti

Ora, se a causa della Crisi si è prodotto lo Spread che ci obbliga tutti ad attenerci a una certa Sobrietà e a piangere Lacrime e sangue, ecco però che possiamo consolarci con la Patonza. Giacché, La patonza deve girare è un’espressione che grazie a un’intercettazione telefonica è divenuta non solo auspicio ma quasi dicktat. Nel senso di ordine autoritario indiscutibile emanato da un potere rappresentativo. Anche se non da Il Colle. Altra parola simbolo del 2011. Dal Colle ai Monti, e passando per la Patonza, a me pare piuttosto che qui siamo tutti con l’acqua alla gola.

Qual è invece la vostra parola del 2011?

Diteci la vostra parola per raccontarci un anno intero.

Buon 2012 e buon 2011, ché ancora ci son tante parole da dire da qui a mezzanotte!

Gianluca

6 Risposte a “Le Parole del 2011”

  1. SACRIFICI…. LA PIU’ UDITA E MALISSIMO ADOPERATA. IL SACRIFICIO E’ IL REGALO DI QUALCOSA DI SACRO E MOLTO SPESSO E’ UN QUALCOSA DI SUPERFLUO O COMUNQUE NON INDISPENSABILE MA GRADITO. PER SASCRIFICIO, INVECE, QUEST’ANNO MA ORMAI DA MOLTO TEMPO, NEGLI EFFETTI SI E’ INTESO E SI INTENDE PRIVAZIONE DI QUANTO DI PIU’ INDISPENSABILE CI SIA, I SOLDI PER VIVERE, TOLTI SEMPRE A CHI NE HA DI MENO. VERGOGNA. SPERO CHE SARA’ LA PAROLA DEL 2012.

  2. Egoismo ed interessi personali. Finchè ognuno di noi penserà solo ai propri interessi senza guardare alla “globalità” della società, soffriremo tutti. Purtroppo bisogna rendersi conto che le risorse economiche e naturali per far star bene tutti allo stesso livello non ci sono. Dovremmo imparare a far a meno del “superfluo” a beneficio di coloro che non hanno neanche il “necessario”.
    La mia parola del 2011 è quindi: altruismo.
    Fabio Mondella.

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